mercoledì 29 giugno 2011

L'ombra dell'ndrangheta sulle ville di Castiglione.



cronaca
28/06/2011 - il caso

L'ombra dell'ndrangheta sulle ville di Castiglione


Le ha fatte costruire Gambarino per sé e per l’ex assessore Ferrero

ALBERTO GAINO,GRAZIA LONGO
torino

Emergono nuovi legami di Piero Gambarino con uomini della ‘ndrangheta, sulla costruzione delle ville, sua e di Caterina Ferrero. A dicembre, Gambarino si affanna al telefono - intercettato - per cercare di «sistemare» le violazioni urbanistiche nelle due ville - la sua e quella accanto, di Caterina Ferrero e del marito Claudio Coral - a Castiglione Torinese. Le ha fatte costruire come presidente del Consorzio Torino. Con i suoi interlocutori parlava esplicitamente della denuncia che lo accomuna tuttora all’allora assessore regionale alla Sanità e del pericolo che Ferrero dovesse dimettersi. Forse tanto imbarazzo, oggi minimizzato, nascondeva ben altra preoccupazione: che si scoprisse che alla costruzione delle ville in frazione Cordova avevano lavorato le imprese di soci molto più ingombranti per lui delle indagini sui suoi maneggi nella sanità.

Le due ville, in cima alla collina, sono enormi, in stile hollywoodiano. La loro costruzione - altro che piccole violazioni - è stata bloccata a novembre perché i lavori, eseguiti in difformità rispetto alle licenze, hanno provocato una frana che minacciava i vicini di casa. Il tabellone che dovrebbe indicare, come la legge impone, gli esecutori del progetto, subappaltatori compresi, è stato stranamente «resettato». Le ville sono diventate costruzioni senza padri.

C’è un motivo e siamo in grado di fornire una parte di quelle scomode informazioni: ad entrambe le ville ha lavorato la Sigma Costruzioni. E Achille Berardi di Salassa, titolare dell’omonima impresa edile, era socio dell’impresa costruttrice: il Consorzio Torino.

Della Sigma è contitolare Renato Spanò, specializzato nel movimento terra e di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare dell’Operazione Minotauro come «compare di Antonino Occhiuto», capo della ‘ndrina di Rivarolo Canavese, e per essere intervenuto, con quel biglietto da visita, nei confronti di un piccolo imprenditore vittima di un tentativo di estorsione. Attuato, fra gli altri, da Berardi e da Valerio Ierardi, uno della cosca di Occhiuto, l’altro affiliato alla «locale» di Cuorgnè, con a capo Bruno Iaria. Sono le ‘ndrine che si spartiscono il territorio canavesano.

I due, arrestati nel blitz dei carabinieri contro la ‘ndrangheta, sono a loro volta oggetto di ritorsioni da parte del «Crimine» dell’« onorata società» che raccoglie denaro per l’assistenza degli affiliati in carcere. In una conversazione intercettata un ‘ndranghetista sbotta: «Quei due han fatto un sacco di soldi e adesso non vogliono cacciare niente».

Berardi e Ierardi, ciascuno per la propria cosca, diventano soci, con quote paritarie del 10 per cento, di Sport nel Canavese, srl con la quale Gambarino ottiene la convenzione per 25 anni del PalaLancia di Chivasso, 10 mila metri quadri di piscine, campi di calcio (costruiti da Berardi) e giochi per bambini. La struttura ha una club house con ristorante e bar gestiti dalla convivente di Spanò. Lo stesso soggetto si assicurava che non si sporgesse denuncia contro Berardi e Ierardi.

Non c’entra nulla con questo bel milieu, ma a dimostrazione che Gambarino non molla gli amici (o non viene da loro mollato) è che il direttore dei lavori in strada Cordova è l’architetto Maurizio Pasqualino Fico, indagato in uno dei rami dell’inchiesta sulla sanità.

Gambarino abitava quasi sulla sommità della collina di Castiglione Torinese, ha potuto vederne per tempo il grande sviluppo edilizio e avervi una parte con il «Consorzio Torino (fra cooperative di produzione e sviluppo)» aderente all’Unione provinciale delle Confcooperative. Dai documenti messi in rete dal Comune di Castiglione emerge l’attività del consorzio in quell’area sin dal 1995, quando Gambarino ne diventa presidente. Carica che abbandona improvvisamente il 6 dicembre scorso, quando le telefonate lo segnalano in grande agitazione per il pasticcio delle due ville. Si dimettono anche i tre consiglieri del cda e subentra loro un amministratore unico.

Altro snodo è in strada della Cebrosa 86/A dove hanno sede quasi tutte le società che fanno capo a Gambarino, e dal 1998 anche un’«unità locale» del Consorzio Torino. In strada della Cebrosa, fra il Canavese e la collina di Castiglione, un incrocio ideale degli interessi di Gambarino legati ai CoralFerrero (di cui il capofamiglia Nevio è in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa) e agli investimenti immobiliari e in altri settori.

Recentemente Gambarino si è dato anche ai servizi finanziari? Coincidenza vuole che più di un sito Internet stia reclamizzando una srl con sede in strada della Cebrosa 86/A che si chiama «Consorzio fra cooperative di produzione e lavoro Torino», quasi un omonimo del consorzio che ha costruito le ville.

giovedì 9 giugno 2011

Cordova


Cordova

Da anni Rinnovamento e Progresso chiede chiarimenti alla Giunta, su questa villa che ha deturpato Cordova!
Guardate il nostro post di aprile.